FOODIE BERLIN

Un deserto gastronomico popolato da banchetti di currywurst, e poco piu’: e’ cosi che appariva Berlino fino a tempi recenti, ai foodies piu’ esigenti. Oggi pero’ uno tsunami gourmet ha investito la capitale. E il cibo e’ sulla bocca di tutti. “Food is the talk of the town, piu’ della techno music o dell’arte contemporanea, ci dice Per Meurling, il food blogger piu’ influente della capitale (berlinfoodstories.com). Dietro al risveglio culinario della citta’, giovani gastro-entrepreneur che ispirandosi a capitali gourmet come Copenhagen Londra o New York, hanno aperto locali in linea con gli ultimi trend, che stanno trasformando la metropoli in una soprendente foodie destination. Vedi Industry Standard, un esempio di “bistrofication”, ovvero fine dining in un ambiente casual da bistrot. “La nostra cucina non ha concept” ci dice il fondatore Ramses Manneck. Ne’ nazionalita’: ai fornelli uno chef neozelandese, uno siciliano e uno inglese. Soprendenti piatti da condividere sono creati, sull’onda del movimento farm-to-table, con ingredienti locali e stagionali. E la steak tartare ai ravanelli, nasturzio e semi di girasole e’ strepitosa. Soffiano venti scandinavi su Dottir, dove la chef islandese Victoria Eliasdóttir e il sous-chef danese Filip Sondergaard si esibiscono in un menu di 5 portate focalizzato su pesce e frutti di mare. “Cuciniamo col cuore” ci dice Sondergaard. E piatti inediti come le capesante con maionese di aragosta e chips di orzo parlano di un cuore grande. E’ una esperienza gastronomica unica quella di Nobelhardt & Schmutzig del sommelier Billy Wagner e dello chef Michael Schäfer. Ci si siede attorno alla open kitchen, come in una performance interattiva. Le 10 portate arrivano in un crescendo di sapori. “Parto dagli ingredienti regionali, non da ricette. “ dice lo chef. E il ristorante e’ il piu’ chiacchierato della Germania. Impazza anche la cucina asiatica rivisitata. Da Pacifico la cuisine coreana ha influenze healthy californiane: i burger sono assemblati con ingredienti sani come kimchi e semi di chia. Da Shiori la cucina tradizionale giapponese e’ creativa e realizzata con materie prime stagionali. Tutte le sere 10 commensali hanno la chance di assaporare 8 portate cucinate dal vivo. Una esperienza intima, ispirata alla cerimonia del te’: ci si sente come a casa di amici. Il ramen (spaghetti in brodo giapponesi) migliore della citta’ lo prepara invece Cocolo, due location nella capitale. Quella di Mitte e’ una istituzione dove si fa la fila per accaparrarsi una ciotola fumante di Tonkotsu, ramen con carne di maiale. Nella capitale vegana d’Europa poi, non poteva mancare una new wave di locali “healthy”. Vedi The Store Kitchen, nella modaiola Soho House. Il concetto degli chef britannici Tommy Tannock e Johnnie Collins? “Cucina salutare senza rinunciare al sapore”. Sfiziose insalate e risotti integrali sono accoppiati a vini naturali e succhi spermuti a freddo. E il chocolate cake e’ favoloso. Da Daluma, tempio di succhi detox e superfood, sorseggiano frullati i beatiful people della capitale. Mentre da Dandy Diner, dei fashion blogger David Roth e Jacob Haupt, il fast food vegano e’ preparato con igredienti freschi dallo chef pugliese Nicolas Avolos. Panini come il Puglia Flavour -cime di rapa in pane ai semi di chia- fanno dimenticare il Mc Donald’s. E all’inaugurazione per disperdere la folla e’ intervenuta la polizia. Perche’, nella nuova foodie Berlin, il (buon) cibo e’ preso sul serio.
Hot Spot:
I migliori tour gastronomici della citta’? Quelli a tema di Berlin Food Stories, alla ricerca delle gemme nascoste del panorama culinario della capitale (berlinfoodstories.com/food-tour/)