THE FLYING SAUCER – SHARJAH

Un disco volante è planato su Sharjah, l’Emirato a nord di Dubai già capitale della cultura islamica e meta per il turismo d’arte. Ha l’aspetto di un edificio dalle forme bizzarre, che ricorda l’astronave di una serie tv genere Star Trek. Non per niente l’oggetto misterioso è stato prontamente battezzato “The Flying Saucer”. E anche la nostra navicella spaziale, come ogni ufo che si rispetti, ha un passato enigmatico e
oscuro, rischiarato però da un futuro di grandi promesse. Situata nel centrale quartiere di Dasman, l’eccentrica costruzione, esempio di architettura modernista dei Seventies, si inserisce in un contesto urbano in cui la stratificazione di stili si è sviluppata in modo organico. «A differenza di altri Emirati, dove la contrapposizione fra gli edifici storici e le costruzioni recenti è evidente, qui gli immobili vecchi e nuovi
sono perfettamente integrati», spiega la sheikha Hoor Al Qasimi, fondatrice della Sharjah Art Foundation, che ha lanciato nel novembre scorso il “Flying Saucer Memorabilia”, un bando per raccogliere notizie su origini, storia e leggende dell’ormai iconico Saucer. Il risultato? Oltre alle notizie di avvistamenti di oggetti volanti in Kuwait nell’anno della costruzione dell’edificio (il 1975, pare), si è scoperto che il fabbricato faceva parte di un progetto per la costruzione di sei strutture gemelle mai realizzate, da implementare in tutto il paese (anche se il nome dell’architetto a cui si deve la fantasiosa
foggia rimane ancora ignoto). È stata anche svelata una sommaria cronologia degli occupanti; in ordine di apparizione: un supermercato, una pâtisserie francese, un gift shop, e infine la filiale di una catena di fast food. Nel 2015 l’artista Hassan Khan decide di usare gli inusuali ambienti per il suo lavoro “Ufo! Ufo?”, per la Sharjah Biennial. Ed è in questo momento che l’edificio entra nell’orbita di interesse di Hoor, particolarmente sensibile alla sua sorte per via dei ricordi infantili (ci veniva a comprare i dolci quando era ancora una pasticceria). Dopo averlo acquisito, nel febbraio scorso ci ha presentato la mostra “1980-Today. Exhibitions in the United Arab Emirates”. E a maggio estesi lavori di restauro realizzeranno un makeover che permetterà al Saucer di entrare nella scuderia di edifici di charme restaurati – tra cui un cinema degli anni Sessanta e una vecchia fabbrica di ghiaccio – che costituiranno la sede permanente delle iniziative artistiche della Art Foundation.
Chissa’ se anche questi saranno monitorati da sensori…

THE LOUVRE, ABU DHABI

Altro che sorriso enigmatico: la Gioconda probabilmente ora ride. Perché il Louvre di Parigi, che da sempre ospita il capolavoro leonardesco, è pronto a sbarcare in pieno deserto, seguendo, un paio di secoli più tardi, le orme napoleoniche. Si duplica in un deserto dorato: quello di Abu Dhabi, la capitale degli Emirati Arabi Uniti che aspira a diventare il centro culturale di tutto il Medio Oriente. Lo fa con il progetto del distretto culturale di Saadiyat Island, un’isola a soli dieci minuti dal centro di Abu Dhabi, di cui l’attesissimo Louvre disegnato da Jean Nouvel – apertura prevista ma non confermata entro il 2016–, sarà la prima illustre presenza. Il distretto sarà un agglomerato futuristico di cultura, oltre che una “collezione” di architetture: dal Guggenheim Museum di Frank O. Gehry, dedicato all’arte contemporanea (apertura prevista per il 2017), al Zayed National Museum di Foster + Partners, che racconterà la storia degli Emirati Arabi Uniti (opening nel 2016), fino al museo marittimo firmato dA Tadao Ando per celebrare la tradizione marinara dell’area; previsti inoltre centri di ricerca, un Performing Arts Centre e un campus della New York University. Un’anteprima di tutto questo può essere visitato al Manarat Al Saadiyat, un centro culturale progettato da Aedas, che presenta la futura

identità culturale dell’isola attraverso mostre a tema. Tornando al Louvre, il progetto di Nouvel sarà «un museo universale nel mondo arabo» mirante a incoraggiare il dialogo artistico e lo scambio fra le varie culture: non a caso, vista la posizione geografica di Abu Dhabi e la sua vocazione a far da mediatore fra Asia, Africa ed Europa. Opere di civiltà ed epoche diverse saranno esposte insieme, a dimostrare l’universalità delle esperienze umane e i legami fra i vari movimenti artistici. Ispirata alla cultura locale e alle condizioni climatiche della zona, la struttura sarà coperta da una cupola, che appare come un pizzo geometrico, a ricordare i tradizionali tetti di foglie di palma, e a creare un magico e sempre mutevole gioco di luci e ombre. A suggellare la suggestione del luogo, anche il fruscio di quei corsi d’acqua che attraverseranno l’edificio, rievocando i falaj, i tipici canali d’irrigazione arabi. Il Louvre, come ha dichiarato Nouvel, «vuole creare un mondo accogliente che combina serenamente luce e ombra, calma e riflessione. Vuole appartenere a un paese, alla sua storia, alla sua posizione geografica, senza diventare una traduzione piatta del museo parigino. Piuttosto vuole intensificare il fascino di incontri eccezionali». La collezione permanente del museo sarà lentamente, ma solidamente, sviluppata negli anni. La prima mostra temporanea? Trecento opere, ecco il business, liberalmente prestate da varie

istituzioni francesi, fra cui, oltre al Louvre, il Musée d’Orsay, il Musée du quai Branly e il Centre Pompidou. Dipinti- capolavori: da Van Gogh a Monet; da Matisse e Warhol. E Monna Lisa? Perché il suo sorriso non ne soffra, le si è consigliato di rimanere a casa.