ATENE

Per il Partenone la concorrenza si fa dura. Per la prima volta fuori dai confini nazionali, documenta, una delle rassegne d’arte contemporanea piu’ note al mondo, e’ sbarcata quest’anno ad Atene. Con una pletora di mostre installazioni ed eventi che animano la citta’ dalla zona portuale di Pireo fino al quartiere di Marousi vicino all’aeroporto. “Perche’ Atene? Perche e’ stata recentemente ferita. “ ci dice Marina Fokidis, capo dell’Ufficio Artistico di documenta 14 ad Atene. “Ed e’ un spazio ibrido, culturalmente e geopoliticamente all’incrocio fra il nord e il sud, l’est e l’ovest. “ Contenitori di “Learning from Athens” il nuovo Museo di Arte Contemporanea (EMST), il Conservatorio Odeon, la Scuola di Belle Arti, la Sala da Concerto Megaron, ma anche musei, universita’, cinema, piazze, riuniti in un corale happening. D’altronde Atene e’ gia’ da tempo, nonostante o grazie alla crisi, laboratorio sperimentale per la tribu’ creativa internazionale. Con una scena artistica energica, creata nei Nineties da collezionisti, art lover, e galleristi animati da passione e determinazione. “Atene e’ oggi un laboratorio sociale, a causa degli eventi recenti: percio’ la creativita’ fiorisce e gli artisti sono motivati” conferma Poka-Yio, uno dei direttori della Athens Biennale.

Per captare la speciale energia che aleggia in citta’ partiamo da The Breeder, una delle gallerie piu’ quotate, ospitata in una ex fabbrica del quartiere ancora ruvido di Metaxourgeio. Nello spazio artisti di base ad Atene come il greco/italiano Angelo Plessas, ma anche nomi internazionali per la prima volta in Grecia. In zona anche la gallery di Rebecca Camhi, pioniera della scena artistica, che espone artisti locali ma anche nomi globali come Nan Goldin e Tracey Moffatt; e Atopos, una organizzazione culturale dove ammirare una eccezionale collezione di abiti in carta dei Sixties, decorati da designer come Issey Miyake e Martin Margiela. Artisti contemporanei greci ma anche talenti dell’Asia e del Medio Oriente nella Kalfayan Gallery della zona chic di Monastiraki. Mentre e’ gestita da un gruppo di artisti State of Concept, nei dintorni dell’EMST, che promuove arte politica e sociale, e offre tutorial a studenti e giovani artisti.

Venti creativi anche nella ristorazione. Il “talk of the town”? Nolan, dove l’atmosfera e’ cool e i piatti dello chef greco/giapponese Sotiris Contizas fondono sapori d’oriente a aromi mediterranei. Haute cuisine fun e soprendente da Funky Gourmet, 2 stelle Michelin, dove i menu di 15-17 portate sono composti  da vere creazioni artistiche. Imperdibile poi l’esperienza “vera” di Diporto: una taverna della zona del mercato centrale dove l’oste cucina solo 4 (succulente) portate al giorno, e la retsina viene spillata direttamente dai barili. E’ dal 1923 il “covo” di politici e attori come Melina Mercouri Filippou, a Monastiraki, dove le ricette di piatti di cucina tradizionale greca sono tramandati da padre in figlio. Nel quartiere anche boutiques di designer greci come Yiorgos Eleftheriades, e stores come Yoleni’s Gourmet, dove fare incetta di delicatessen elleniche (c’e’ anche un bar di olio di oliva). Per oggettistica di designer greci, l’indirizzo e’ Forget Me Not nella zona di Plaka, dove scoprire le candele profumate d’ouzo di Tommy K., o i bracciali in corda di B-side. Performaces teatrali, frozen cocktail e terrazza con vista (dell’Acropoli) invece al Bios Bar. Mentre al Galaxi Bar, un bar di culto, a sorseggiare un Chivas Regal sono passati da Tennessee Williams a Alberto Moravia. Musica alternativa, cocktail & arte al Barrett Bar, dove si gusta un Mai Tai ammirando lavori di giovani artisti locali. Arte contemporanea anche nell’hotellerie: nel New Hotel, disegnato dai fratelli Campana, mobilia di riciclo affianca lavori di artisti come Tassos Vrettos e Jeff Koons. Mentre rimane la Grande Dame della citta’ l’elegante Hotel Grande Bretagne, affacciato sulla centralissima piazza Syntagma, cuore pulsante della vecchia (e nuova) Atene.